Lumineers @ Rock In Roma 2014

Cliente: The Base

16 Luglio 2014

(fonte seesound.it di Emanuele Bianchi, foto vari)

THE LUMINEERS: FOLK, ROCK E FAR WEST a Rock In Roma 2014

Ogni volta che un nuovo gruppo come i The Lumineers o cantante, si affaccia sulla scena musicale la domanda che mi pongo è sempre è la stessa: “sarà/saranno una meteora o una bella novità che presto diverrà realtà?”, sopratutto se il gruppo/cantante in questione si rivela con un brano che diviene subito una hit. La stessa domanda me la sono posta riguardo ai The Lumineers e a Passenger, e se dopo aver ascoltato i loro album ero sicuro che la risposta alla domanda fosse “una bellissima realtà”, dopo il concerto di ieri, mercoledì 16 luglio, al Rock In Roma la mia certezza è divenuta ancora più granitica. Ma come sempre partiamo dall’inizio. 

Dopo una giornata di lavoro ed un’ora di traffico (grazie Roma, è bello avere delle certezze nella vita) arrivo finalmente all’Ippodromo delle Capannelle e dopo aver ritirato l’accredito stampa mi dirigo verso il palco, giusto in tempo per l’inizio del live de I Pagliaccio, trio le cui armi sono l’(auto)ironia e il rock “fracassone” e coinvolgente. Pagliaccio#1 (voce e chitarra), Pagliaccio#2 (basso e cori) e Pagliaccio#4 (batteria) hanno dato vita ad un live pieno di battute in cui non hanno risparmiato nessuno, neanche loro stessi, e di buon rock, scaldando a dovere il pubblico del Rock In Roma che aumentava sempre più col passare dei minuti. 

Dopo il trio alle 21.15 si presenta sul palco Passenger, accolto con gran entusiasmo dal pubblico presente. Il cantautore inglese, che per sua stessa ammissione ammette candidamente “I must be honest, i have only one famous song” riesce a coinvolgere il pubblico anche se non conosce tutte le sue canzoni, e lo fa con un’energia pazzesca. Sin dalla prima canzone Passenger mette tutto se stesso e il pubblico risponde alla grande, un concerto che diverte e in cui lo stesso cantautore si diverte, in particolare quando il pubblico lo incita gridandogli “VAI!” (ride di gusto) e “I love you!” a cui risponde con un “I love you too, man!”. 50 minuti di ottimo indie folk in cui il cantante coinvolge il pubblico tanto da chiedergli di cantare a squarciagola con lui il ritornello di I Hate, e lo fa incitandoli a fare più casino possibile: “Wow, you sing like angels, but you have to sing loud, come on!”. Energico.

Sono le 21.55 quando Passenger lascia il palco del Rock in Roma e i tecnici stanno sistemando il palco dei The Lumineers, che riproduce in maniera minimalista il saloon tipico del far west (fantastico il pianoforte), facendo il soundcheck per i The Lumineers. E finalmente alle 22.30 le luci si spengono, la musica di riempimento si spenge e lascia spazio all’intro sulle cui note si presenta il gruppo americano accolto dal boato del pubblico. Il trio The Lumineers formato da Wesley Keith Schultz (voce, chitarra), Jeremiah CalebFraites (batteria, percussioni, mandolino, voci) e Neyla Pekarek (violoncello, pianoforte, basso, mandolino, voce), supportato daStelth Ulvang (piano, accordion, mandolino, cori) e Ben Wahamaki (basso) inizia subito alla grande senza dare respiro al pubblico eseguendo in successione praticamente senza interruzioni 4/5 brani il cui picco è Ho Hey, brano che ha fatto la loro fortuna, durante la cui esecuzione chiedono di spengere i cellulari e le macchinette fotografiche (perché non li vietano ai concerti?).

I The Lumineers sono come Mohamed Ali, si muovono per tutto il ring, o meglio il palco, senza sosta – Stelth Ulvang zompetta su e giù dal piano, una scheggia impazzita – e colpiscono l’avversario (il pubblico) con un un destro-sinistro (il susseguirsi dei brani) micidiale che non lascia il tempo di riprendere fiato.

E quando siamo a metà concerto dei The Lumineers, e pensi che nulla possa più sorprenderti ecco che devi ricrederti. Come fosse la cosa più normale e naturale dell’universo Wesley annuncia che sarebbe sceso dal palco e avrebbe suonato in mezzo al pubblico. Lo sbigottimento è unanime, c’è un silenzio irreale, tutti ci stiamo chiedendo “ho capito bene?!”. Così ecco apparire Wesley, Jeremiah e Stelth che si fanno largo in mezzo al pubblico e si sistemano su un mini palco montato tra il pubblico e con Neyla e Ben a fare da cori dal palco eseguono Darlene ed Elouise, il tutto circondati dal pubblico. Una vera e propria incursione dietro le “linee nemiche”. Fantastico.  

The Lumineers ritornano sul palco e il concerto riprende con un’energia maggiore di quando era iniziato, se all’inizio il pubblico era entusiasta ora è rapito ed esaltato dal gruppo che continua a non risparmiarsi, continuando a proporre i brani del loro disco omonimo e un paio di nuovi brani che troveremo nel loro nuovo disco.

I The Lumineers regalano al pubblico romano un concerto energico e coinvolgente, dallo spirito western, e non solo per la scenografia, che da quel tocco di nostalgia che non guasta, un gruppo che rispecchia a pieno le caratteristiche del folkessendo allo stesso tempo tanto romantico e malinconico quanto frenetico e travolgente. The Lumineers ... spettacolari. - powered by Kick Agency -