Kasabian @ Palalottomatica – Roma 2014

Cliente: The Base

31 Ottobre 2014

(fonte www.rockam.it di Dario Pizzetti, foto www.concertionline.com di Marco Cicolò, www.onstageweb.com di Roberto Panucci, + varie )

E’ Halloween, e i Kasabian lo vogliono festeggiare a Roma!

Arriva il freddo e anche i Kasabian e parte la stagione dei grandi concerti al Palalottomatica. Nella serata consacrata ad Halloween, la scelta cade sulla band inglese di Leicester, che ha nel nome stesso quella venatura sinistra che contraddistingue la festa celtica della zucca. Si parte alle 21,30 con l’attuale singolo “Bumblebeee”, dall’ultimo “48:13”, titolo dell’album e numero che campeggia anche sul palco alle spalle dei Kasabian, scaldando subito la platea. “Shoot the Runner”, da “Empire”, fa da apripista ad una doppietta di pezzi epici dei nostri, come “Underdog” e “Where Did All The Love Go?” cantati dal pubblico come fossero tifosi della curva al derby del rock. E’ il momento più caldo del concerto, e non poteva certo mancare proprio ora “Days Are Forgotten”, singolo-bomba dell’album “Velociraptor” ed uno dei pezzi rock più belli degli ultimi anni.

Sergio Pizzorno, chitarrista, e autore dei pezzi dei Kasabian, oltre che co-cantante assieme a Tom Meighan, sente il fatto di essere in Italia e sfoggia con orgoglio le sue origini liguri, talvolta un pò sopra le righe, come spesso accade con gli italiani all’estero. Ma gli si possono perdonare tutte le sue “coattate”, merito anche di pezzi come “Clouds”, con quel suo finale che ricorda tanto Mike Oldfield e, soprattutto “Eez-eh” autentica bomba dance-rock in taglio Moroder, che qui viene proposta in versione allungata con un altro giro di quel synth assassino che contraddistingue il pezzo nel break centrale. Il pubblico del parterre poga alla grande e la band guarda divertita.

Dopo la bella “Man Of Simple Pleasure”, il palco è tutto per Pizzorno che canta “solo” due pezzi come “Bow” e “Neon Noon” prima di arrivare a “Treat”, qui virata dancefloor con tanto di voce robotica e laser sparati anche sul soffitto a giocare con l’architettura creata da Nervi nel 1960. “Switchblade Smiles” continua con le sonorità che in questo pezzo si fanno quasi Chemical Brothers, prima di una “Empire”, dall’omonimo album, e presentata dai Kasabian, giocando sul fatto di essere nella città imperiale per eccellenza.

E’ Halloween, e i Kasabian lo vogliono festeggiare con il pubblico eseguendo una divertente cover di “Ghostbusters”, pezzo che ha fatto ballare più di una generazione, colonna sonora di un film di culto assoluto. Si va verso la fine, e nel primo bis, aperto da “Stevie”, c’è quella “Goodbye Kiss”, presentata da Tom, a ragione, come una delle più belle canzoni scritte da Sergio che, prima di iniziarla, è costretto al cambio chitarra, visto che quella scelta presentava dei problemi.

Si esce di nuovo e si rientra con la cover di “Praise You” di Fatboy Slim, che fa da intro a “L.S.F.(Last Soul Forever)” vero inno dei Kasabian cantata da tutto il pubblico, che dopo due ore, ancora non ne ha abbastanza, e che con i suoi cori, consacra la serata, prima di andare a mascherarsi in qualche altro locale della Capitale.

Ottima live band, i Kasabian, con una presenza di palco straordinaria, una sezione ritmica possente ed una voce bella che tiene nonostante l’acustica un pò sfigata del palazzetto. In attesa di avere anche a Roma un posto con un’acustica decente per i concerti indoor di queste dimensioni, il pubblico ha comunque apprezzato un concerto bello carico e di qualità. E anche noi. - powered by Kick Agency