Epica @ Orion Club – Ciampino (Roma) 2014

Cliente: The Base

25 Novembre 2014

(fonte www.romadailynews.it di Rockberto Manenti, foto www.romadailynews.itwww.loudvision.it di Emanuela Vh. Bonetti, il video è relativo alle date del 20.11 e 21.11)

"Non credo di aver mai visto l’Orion così pieno per un concerto metal, segno che Epica ha un grande seguito anche dalle nostre parti, tanto che fin qui molti sono giunti anche dal centro/sud"

Ci troviamo all’Orion Live Club di Ciampino (Roma) dove Epica e DragonForce hanno dato vita ad una serata di power metal (e dintorni) densa e carica di energia, come realmente dovrebbe essere sempre.

DragonForce
Esattamente come la furia di una tempesta la band ci colpisce con un muro di suono impressionante, esaltato dalle folgoranti chitarre del duo Sam Totman e l’orientale Herman Li, che sembrano partecipare ad una gara di velocità in un continuo batti e ribatti fatto di assoli micidiali e fulminei, che esaltano una platea già in preda all’entusiasmo. Avevo avuto modo in precedenza di vedere la band in azione in altre due-tre occasioni, ed ero già rimasto impressionato dal loro sound così veloce e pressante anche in sede live, fedele a quello che si poteva ascoltare su disco. Quest’oggi i DragonForce mi sembrano addirittura migliorati, più maturi e decisamente heavy metal, proprio come piace a me: rapidi, potenti e letali. Se con la prima parte di “Three Hammers” danno un piccolo assaggio del lato più melodico del loro power metal, nella seconda parte del brano spingono sull’acceleratore per battere il record sul giro e con pezzi quali “The Game” o “Heroes Of Our Time”, tanto per citarne alcuni, raggiungono addirittura la pole position.
Ridono e si divertono sul palco, il simpatico Frederic Leclercq (basso) si fa aiutare da un roadie per dissetarsi, ma poi si lamenta, scherzosamente, perché gli ha bagnato la maglia che indossa. C’è anche una novità nella loro formazione e così viene presentato l’italianissimo Gee Anzalone, il nuovo batterista, subentrato dopo la pubblicazione di “Maximum Overload”, il loro ultimo album che stanno promuovendo in questo tour. Gee indirizza il suo saluto in particolare a tutti i musicisti presenti lì stasera, dando loro il consiglio di continuare a perseverare con i loro strumenti e di non abbandonare mai il sogno di fare musica, perché in fondo potrebbe poi capitare anche a loro di poter suonare un giorno davanti a così tante persone. In ogni brano fa un certo effetto vedere come Sam ed Herman eseguano in scioltezza, ma soprattutto naturalezza, quei giochi di prestigio sulle loro corde, dove la mano è più veloce dell’occhio, mentre un po’ meno evidente è il lavoro di Vadim Pruzhanov che tesse un bel tappeto sonoro, ma è decisamente sovrastato dalle rabbiose pennate dei due shredder. Tornano in “pista” e continuano la loro folle corsa con “Valley Of The Damned” per poi tagliare vittoriosi il traguardo e salire sul gradino più alto del podio con “Through The Fire And Flames”, con la quale concludono una performance assolutamente micidiale.

Epica

Non credo di aver mai visto l’Orion così pieno per un concerto metal, segno che Epica la band di Simone Simons ha un grande seguito anche dalle nostre parti, tanto che fin qui molti sono giunti anche dal centro/sud per assistere alla seconda delle due date in suolo italico, nel tour promozionale del nuovo disco “The Quantum Enigma”.
La lunga introduzione di “Originem” ci prepara all'arrivo degli Epica, le solenni note, miste agli applausi ed alle urla di ovazione dei presenti, accompagnano l’ingresso sul palco. L’imponente “The Second Stone” è il brano di apertura degli Epica, bastano pochi riff per elettrizzare l’atmosfera preparando così l’entrata in scena dell’affascinante Simone Simons.
La sua voce rende particolare un sound caratterizzato da armonie power metal che a tratti invadono quelle del melodic death, con le chitarre di Mark Jansen e Isaac Delahaye che macinano riff su riff aggressivi e feroci, affiancati dalle tastiere di Coen Janssen, creando così un intreccio sonoro sinfonico molto suggestivo, sul quale Simone può esibire il suo canto lirico. Ci dà il benvenuto con un “Buonasera a tutti”, pronunciandolo in perfetto italiano e non c’è un brano sul quale non ci sia modo di apprezzare le sue doti di cantante, come ad esempio “Unleashed”, l’arabeggiante “Fools Of Damnation” o “Victims Of Contingency” sulle quali l’incantevole Simone esibisce tutta la gamma vocale di cui è dotata, con le sue variopinte sfumature di tonalità che la caratterizzano, unendo la dolcezza della sua figura alla soavità del canto, in un continuo evolversi delle sue arie e melodie. A far da contrappunto ai suggestivi e suadenti vocalizzi della soprano, ci pensa la voce gutturale di Mark, il suo canto growl fa sconfinare il loro sound in terreni più oscuri, quelli del death metal degli Epica, pur sempre mantenendo la loro identità più sinfonica.
La partecipazione del pubblico è forte, le centinaia di fan degli Epica si trovano davanti al palco e si fanno sentire, cantano, si muovono all’unisono in un moshing estenuante, nell’estasi che ormai ha invaso l’Orion. Un breve assolo di batteria di Arien Van Weesenbeek introduce “Sancta Terra” durante la quale Delahaye si fa consegnare il tablet di una ragazza in mezzo al pubblico e riprende a turno ogni componente della band, restituendolo poi alla legittima proprietaria che si ritroverà così un magnifico ed esclusivo ricordo degli Epica. “The Phantom Agony” pone fine al primo atto dell'esibizione degli Epica e come in un opera che si rispetti, un lungo intermezzo musicale fa da preludio al loro rientro in scena per il bis finale. Coen incita il pubblico a gridare per lui, stuzzicandolo con frasi del tipo: “A Milano, ieri, hanno detto che il pubblico di Roma è meno rumoroso, dimostratemi che hanno torto”. L’orgoglio romano si risveglia e il tastierista è costretto a ricredersi e così ci esorta di continuo ad urlare ancora più forte, tre-quattro-cinque volte, fino a che si riparte con “Chemical Insomnia”, il primo dei tre pezzi conclusivi previsti in scaletta, per poi terminare nel tripudio generale con la maestosità di “Consign To Oblivion”. Gli sguardi sono tutti per Simone, che si allontana salutando una platea che continua ad acclamarla e battere le mani. Con il symphonic metal degli Epica, la serata è andata oltre ogni aspettativa, alla faccia di chi dice che il metal in Italia non richiama molto. - powered by Kick Agency