Eluveitie + Skálmöld + Wind Rose @ Orion – Roma 2015

Cliente: The Base

11 Febbraio 2015

(Fonte: www.misterfolk.com)

Chi ha partecipato al concerto degli Eluveitie è sicuramente tornato a casa soddisfatto: tre gruppi di livello, tre stili diversi, ma tutti molto bravi e disponibili con il pubblico.

In occasione del tour di "Origins", gli Eluveitie fanno tappa a Roma per la prima volta in carriera. Non proprio Roma, bensì Ciampino, pochi chilometri fuori la capitale, dove c’è il noto Orion Live Club. Ad accompagnare gli svizzeri ci sono gli islandesi Skálmöld, forti del nuovo "Með Vættum" e gli italiani Wind Rose, i quali hanno appena pubblicato l’ottimo "Wardens Of The West Wind" su Scarlet Records.

L’apertura della serata è affidata al combo toscano: il power metal roccioso dalle tinte folk, in particolare grazie alle orchestrazioni vagamente turisasiane, è ben accolto dal pubblico, il quale sostiene costantemente i giovani ragazzi sul palco (con al basso un pezzo da 90 come Cristiano Bertocchi, ex Labyrinth e Vision Divine). I Wind Rose hanno suonato tutti brani tratti dal nuovo "Wardens Of The West Wind" (Scarlet Records), con una menzione speciale per la massiccia e potente The Breed Of Durin e la conclusiva Rebel And Free, scelta anche come singolo dell’album.

Dopo un rapido cambio di palco è il turno degli islandesi Skálmöld, autori di tre ottimi dischi ("Baldur", "Börn Loka" e "Með Vættum"). L’inizio è al fulmicotone, con l’accoppiata Að Vori e Gleipnir che da sola vale il prezzo del biglietto. Il pubblico è caldo fin dai primi minuti, e col passare delle canzoni si vedranno sempre più teste fare headbanging, in particolar modo nelle parti più cadenzate come quelle di Fenrisúlfur. I ragazzi della band ci sanno fare sul palcoscenico, cercando spesso il contatto con le prime file e non lesinando espressioni buffe e altri trucchetti del mestiere. L’ora a disposizione della band passa troppo velocemente, il viking metal a più voci, epico e incantevole degli Skálmöld è una delle poche espressioni realmente innovative di una scena che ultimamente tende a ripetersi, pezzi come Valhöll, Narfi e la conclusiva Kvaðning in pochi se li possono permettere.

Con l’ingresso degli Eluveitie, il palco si libera della seconda batteria. King e Nil, rispettivamente da "Origins" ed "Everything Remains As It Never Was", sono le canzone scelte come apertura: la prima cosa che si nota è la voglia di interagire con il pubblico da parte dei musicisti. Non che ora tutti abbiano l’attitudine per farlo, ma sicuramente i cambi di line-up, ultimo in ordine di tempo l’ingresso di Matteo De Sisti ai flauti/cornamusa, già noto nella scena folk con i Krampus, hanno dato, insieme alle tantissime date live, una spinta che prima non c’era. Ricordo un loro live nel 2010 e posso dire che gli Eluveitie sono migliorati davvero tanto, sia per l’impatto musicale che per energia sprigionata.

L’Orion Live Club nel frattempo si è in parte riempito ed i pezzi si susseguono: Thousandfold, Kingdom Come Undone e Quoth The Raven portano il pogo tra il pubblico, mentre le ruffiane A Rose For Epona, Alesia e The Call Of The Mountain – con il ritornello cantato in italiano da Anna Murphy – rappresentano la parte più soft della discografia. Stupisce in positivo la presenza di Omnos (unico estratto di "Evocation I – The Arcane Dominion"), della stupenda AnDro (tratta da "Spirit") e di Hope, canzone completamente acustica durante la quale la violinista Nicole Ansperger imbraccia il violoncello: un bellissimo momento delicato, intimo e intenso, gli Eluveitie come non ci si aspetta in concerto. Simpatico errore da parte di Christian Glanzmann che annuncia Tegernakô (effettivamente segnata in scaletta) con la band pronta a suonare Havoc, poi suonata. Per il bis c’è spazio per Helvetios e l’acclamata Inis Mona, canzone che ha lanciato definitamente gli Eluveitie al tempo dell’eccellente "Slania". Finisce il concerto con l’inchino degli Eluveitie tra gli applausi delle centinaia di persone accorse da Roma e dal centro/sud Italia, con la band che ricambia con sorrisi, lancio di plettri e bacchette e strette di mano. Folk on! - Powered by Kick Agency