Arctic Monkeys @ Rock in Roma 2013

Cliente: THE BASE

10 Luglio 2013

Non piove e questo rafforza le aspettative nella miglior riuscita possibile del concerto della giornata: Arctic Monkeys con, in apertura, Miles Kane e The Vaccines. Indie rock di prima scelta, qualità assicurata made in England; certificazione proveniente da Sheffield per i primi, Birkenhead e Londra, rispettivamente, per i secondi.

Alle 22:15, con un leggero ritardo quanto ai tempi preventivati, si accendono due enormi lettere composte di luci: A ed M. E’ giunta l’ora, stanno arrivando gli Arctic Monkeys. Il cantante Alex Turner è in forma splendente, con un ciuffo rockabilly che si allontana dal suo ordinario stile brit; si sa, tuttavia, che Josh Homme (leader dei Queens of the Stone Age e produttore di “Humbug”) ha contribuito ad influenzare sonorità più cupe e un aspetto più americano della band.

Il primo pezzo è l’inedito “Do I wanna Know”, che anticipa l’album “AM” in uscita il 9 Settembre 2013. Delirio. I fans che lo hanno già scovato in rete conoscono ogni parola a memoria. Senza pause seguono “Brianstorm” e “Dancing Shoes”, velocissimi e impazziti di cui, personalmente, ricorderò la meravigliosa esecuzione ed i lividi multipli che il pogo frenetico mi ha provocato. Giustificatissimo, non si può restare fermi su due canzoni grandiose come queste.
Nessuna delle tracce più famose viene saltata, con infinita gratitudine del pubblico: “I bet that you look good on the dancefloor”, “Fake tales of San Francisco”, “Fluorescent Adolescent”, “Crying Lightning” una dopo l’altra incantano, soddisfano, sono perfette. Persino la meno movimentata “Brick by Brick” viene presentata in una versione scandita, molto più rapida, ed è adrenalina a furor di popolo. Arctic Monkeys non si risparmiano, suonano per due ore con la stessa carica, senza dar tempo di respirare. Il leader Alex presenta la band, ringrazia tanto Roma, quanto i presenti.

Dopo circa 12 brani, Arctic Monkeys si allontanano dal palco per qualche momento, ma non è neppure necessario richiamarle con la solita richiesta di un bis che già si riaffacciano. Tre altre canzoni: la dolcissima “Cornerstone”; “505”, di cui è coautore lo stesso Miles Kane che viene invitato a suonarla insieme alla band (una combo impagabile);  “When the Sun goes Down” che ha sfrenato la folla ormai priva di qualsiasi controllo, fisico oltre che emotivo. Indimenticabile.  - powered by Kick Agency -