WWE @ Palalottomatica – Roma 2014

Cliente: The Base

15 Maggio 2014

(fonte www.worldofwrestling.it di Alessandro Bogazzi, foto Luigi Orru)

Benvenuti a questa edizione speciale del Ringside, dedicata interamente al ritorno della WWE in Italia. Mi concentrerò esclusivamente sullo show WWE di Roma, che ho avuto la fortuna di vedere dal parterre, rimanendo quasi totalmente soddisfatto: tanti grandi incontri, poche sbavature, e quelle emozioni intense che mi hanno dato l'ulteriore conferma di quanto sia bello essere fan del wrestling. Prima dello show WWE, gli Usos hanno incontrato i fans al Toys Center, e qui lo staff si è superato, agendo tempestivamente quando ha iniziato a piovere per permettere ai fans di attendere i propri beniamini all'interno del negozio. Un meet and greet WWE breve ma intenso, in cui i campioni di coppia si sono dimostrati gentilissimi e molto disponibili, così come il personale del Toys Center. Sono rimasto, invece, deluso dal merchandise venduto dalla WWE all'interno del Palalottomatica: le maglie erano pochissime, i gadget ancora meno, e mi sono dovuto accontentare di un asciugamano di Daniel Bryan. Per quanto riguarda il pubblico WWE, ho apprezzato molto il calore che tutti hanno mostrato per le superstar più importanti, e per il tifo forsennato durante i match di cartello, ma non mi è piaciuta la becera imitazione dei fans americani, con tanto di cori insensati a favore di CM Punk; stendo un velo pietoso sulla maleducazione di bambini e genitori, che hanno arrecato non poco disturbo agli spettatori educati, posizionandosi davanti a loro a metà match per essere sicuri di poter raggiungere le transenne prima degli altri una volta concluso ogni incontro. Purtroppo, da questo punto di vista abbiamo molto da imparare, ma per fortuna tutto ciò non ha rovinato più di tanto uno show che è iniziato nel migliore dei modi e si è concluso in modo più che degno.

La punta di diamante dell'house show di Roma era rappresentata dal match tra John Cena e Bray Wyatt, già andato in scena a Wrestlemania e a Extreme Rules, e che verrà proposto anche a Payback. La storyline di contorno è eccezionale, con il leader della Family che sta cercando in tutti i modi di portare l'avversario verso il lato oscuro, sottraendogli tutti i suoi fans e mettendolo alle strette. Stavolta, i bambini italiani hanno resistito al fascino di Wyatt, schierandosi completamente dalla parte di John, mentre tutti gli altri fischiavano il Superman di Boston e cantavano “He's got the whole world in his hands”. A parte un clamoroso botch nelle fasi iniziali, in cui Cena ha eseguito un big boot “lisciando” il rivale, la contesa è stata grandiosa, quasi al livello dei loro scontri precedenti in pay per view. Questi due hanno raggiunto un'alchimia quasi perfetta, tanto da trasformare ogni loro incontro in un vero e proprio classico. Erick Rowan e Luke Harper, sempre pronti ad aiutare il loro capo, hanno rappresentato il valore aggiunto del match; presto potremmo vederli con le cinture di coppia intorno alla vita. Insomma, un main event promosso a pieni voti, con due protagonisti d'eccezione, che rappresentano il presente e il futuro della WWE.

Per quanto abbia apprezzato i match WWE titolati, l'incontro dal quale sono rimasto maggiormente soddisfatto è stato quello che ha visto contrapposti Dolph Ziggler e Cesaro. Lo Show Off si conferma uno dei migliori performer della WWE, ed è un peccato che la federazione abbia smesso di credere in lui negli ultimi mesi, facendolo perdere contro chiunque e rendendolo poco più di un midcarder. Il pubblico del WWE lo apprezza parecchio, e lo si è visto anche al Palalottomatica, dove ha ricevuto una buona dose di tifo nonostante abbia affrontato un beniamino dei fans. Cesaro ha letteralmente fatto furore: c'erano diversi cartelli in suo onore, oltre alla ormai classica “Cesaro Section”. Lo svizzero sta raccogliendo ciò che ha seminato, e si merita ampiamente il push che sta ricevendo; dal vivo, le sue mosse sono ancora più impressionanti che in tv, con quella serie di uppercut che sembra quasi presa da un picchiaduro. Ovviamente, Cesaro ci ha omaggiati con la swing, facendo roteare l'avversario circa 13 volte, e, dopo aver vinto l'incontro, è uscito tra gli applausi; anche Ziggler, però, ha lasciato il ring tra le ovazioni, giusto riconoscimento per il suo ottimo lavoro.

Due anni fa, dedicai il terzo numero di questa rubrica alle superstar che, secondo me, avrebbero sfondato, elogiando in particolare Damien Sandow e definendolo un futuro campione del mondo. Purtroppo, le cose sono andate diversamente, con quell'incasso fallito che lo ha portato a un inesorabile declino, ma vederlo dal vivo ha rafforzato la mia opinione più che positiva nei suoi confronti. Damien si è mosso più che discretamente sul ring, ha dettato bene i tempi ed è stato un eccellente storyteller, mandando ancora più over un avversario già di per sé molto tifato, e urlando “silenzio!” (sì, è stato l'unico a parlare in italiano durante lo show WWE) agli spettatori. Sandow va assolutamente rilanciato, e la storyline iniziata questa settimana, col wrestler che prova a protestare pubblicamente ma deve fare i conti con una WWE che gli spegne il microfono, può dargli la spinta giusta. Personalmente, lo reputo ancora in grado di vincere il titolo WWE, se gli verrà data l'occasione per sfruttare il suo potenziale.

Anche Alberto Del Rio è stato uno degli mvp della serata, alla faccia di coloro che lo ritengono noioso. Con uno Sheamus in stato di grazia, il messicano ha dato vita a un'epica battaglia per il titolo degli Stati Uniti. Il suo stile di lotta, caratterizzato dalle serie di calci abbastanza stiff, ben si adatta a un live event, e vedere il Celtic Warrior uscire con i segni viola sul collo è una bella pubblicità per il wrestling, che si conferma uno sport duro, alla faccia di chi tende a confondere la predeterminazione con la finzione. Nonostante sia heel da circa un anno, Del Rio è stato accolto benissimo dal pubblico italiano, e ha dovuto metterci del suo per attirarsi qualche fischio, non riuscendo, però, a farsi odiare del tutto. Probabilmente, questa era l'ultima occasione per vederlo, poiché il wrestler sembra intenzionato a ritirarsi una volta scaduto il suo contratto con la WWE. E' difficile, quindi, che ritorni ai fasti del 2013, dove fu World Heavyweight Champion per una buona parte dell'anno, prima di finire in pasto a John Cena e a Batista e subire il conseguente declassamento. Sentiremo sicuramente la sua mancanza.

Sapevo che Sami Zayn era un fenomeno dai tempi in cui era El Generico, ed ero anche al corrente del suo adattamento allo stile WWE, come ampiamente dimostrato nei match contro Cesaro, ma non immaginavo che fosse capace di connettersi col pubblico come se fosse già una superstar affermata. Sarà pure stato aiutato dal suo avversario, il sopracitato Damien Sandow, ma ci ha messo molta farina del suo sacco, dando prova di grande carisma, che si aggiunge alle manovre strepitose con cui deliziato i fans. Si tratta di una scommessa vinta dalla WWE , che ha rischiato un po' togliendogli la maschera e cambiandogli il nome, proprio come aveva fatto con Alberto Del Rio ai tempi del suo debutto. Sami è pronto per il main roster, dove dovrà essere seguito costantemente e avere una gestione che gli permetta di esprimersi nel migliore dei modi: ci sono state diverse false partenze negli ultimi anni, come quella di Cesaro, e la cosa non deve ripetersi.

Soltanto due degli otto match proposti nello show non hanno raggiunto la sufficienza, meritandosi un bel 4 in pagella, mentre i Los Matadores e i 3MB hanno disputato una contesa divertente e godibile, grazie soprattutto alle prodezze di El Torito e Hornswoggle. Dopo lo strepitoso opener tra Cesaro e Dolph Ziggler, è andato in scena il primo disastro: Heath Slater ha provato a salvare il salvabile contro il rientrante Brodus Clay, ma è uscito fuori un match senza né capo né coda. Prima di tutto, non si capiva l'allineamento dei due contendenti: Slater si è presentato come heel, ma ha avuto il pubblico dalla sua parte, mentre Clay, che prima del periodo di stop aveva appena effettuato il turn, ha combattuto quasi come un face. L'ex Funkasaurus sarà pure dimagrito, ma non ha dimostrato nessun miglioramento sul ring, limitandosi alle sue solite due/tre mosse e meritandosi i cori “You can't wrestle” del pubblico. Come se non bastasse, Brodus ha pure perso l'incontro, seppur in modo sporco (Slater si è appoggiato alle corde), e sembra dunque che la WWE non sappia più cosa farsene di lui. In questo caso, ammetto di aver toppato alla grande quando scrissi che sarebbe diventato un nuovo Rikishi; Clay è lontano anni luce dal samoano, e rischia di chiudere la sua carriera nella compagnia di Stamford senza aver vinto neanche una cintura.

Sul match femminile, preferirei stendere un velo pietoso, e in questo caso devo dare la maggior parte della colpa alla WWE, che ha penalizzato non poco i fans di questa categoria. Il roster WWE, si sa, si divide in ottime lottatrici e complete incapaci, e la WWE ha pensato bene di darci le seconde, nonostante ci fosse la possibilità di far esibire due combattenti che sono state tenute fuori anche dagli show WWE che si sono svolti nel Regno Unito. Mi sto riferendo a Natalya e ad Emma, che si sarebbero potute affrontare in un match singolo oppure lottare in tag team, limitando in ogni modo i danni. Invece, ci siamo dovuti sorbire un soporifero incontro tra Aksana e Alicia Fox, dove quest'ultima è stata proposta come face nonostante il suo comportamento nell'ultimo Raw. Nulla da dire sull'aspetto delle lottatrici WWE, che sono belle come in tv (se non di più), ma il match è stato davvero un supplizio, specie in confronto agli standard a cui ci hanno abituato AJ Lee, Kaitlyn, Natalya, Emma e Paige nell'ultimo anno. La WWE ha qualcosa da farsi perdonare, e spero che a novembre paghi questo debito.

Sono stati in tanti a brillare durante lo show WWE al Palalottomatica, ma sono rimasto particolarmente colpito da due atleti, che continuano a sfidare le leggi della natura e che per questo si meritano solamente un applauso. Sono stati loro i protagonisti principali di un grandissimo triple threat valido per i Tag Team Titles, in cui anche gli Usos e Cody Rhodes sono stati a dir poco spettacolari, mentre Erick Rowan si è comportato molto bene. Luke Harper ha lasciato il segno sin dal suo ingresso sul ring, durante il quale ha fischiettato “He's got the whole world in his hands” al microfono, mantenendo la sua imperturbabile espressione. Durante il match WWE ha fatto valere la propria potenza, ma ha sfoggiato soprattutto la sua straordinaria agilità, raggiungendo il culmine con un meraviglioso suicide dive. Sono pochi i giganti WWE capaci di gesti atletici come questo, e Luke è destinato a fare strada in WWE, specie se, quando arriverà lo split da Bray Wyatt, manterrà comunque un personaggio dal look cupo e dalle caratteristiche bizzarre, ma mai trash. Una più che gradita sorpresa all'interno di una stable che sembrava avere solamente il suo leader come punta di diamante.

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