Toto @ Auditorium Parco della Musica – 2015

Cliente: The Base

05 Luglio 2015

I Toto sono una delle poche band in grado di mescolare con efficacia tecnica ed immediatezza, perizia ed emozione, regalando canzoni difficile da catalogare per la moltitudine di influenze che abbracciano.

(Foto di Veronica Badini per OnStage)

"La band è una macchina perfetta: Joseph Williams canta con voce sicura nonostante l’onnipresente chewing gum, Steve Lukather suona divinamente, David Paich, sempre più gigione con le sue smorfie e con suoi pittoreschi cappelli a cilindro, e il più compassato Steve Porcaro dimostrano come anche le tastiere, se suonate con gusto e tecnica, possano essere uno strumento nobile ed espressivo. Meritano un plauso anche i due coristi Jenny Douglas e Mabvuto Carpenter, che coniugano belle voci nere a presenza scenica.
Colpisce come le nuovi canzoni di Toto XIV non sfigurino affatto ai classici del repertorio: Burn è un concept con un sound fresco e particolare, mentre Holy War, dura invettiva contro l’assurdità delle guerre di religione, ha un solido groove e dei sorprendenti cambi nella struttura melodica."

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"Quando sciamiamo al di fuori dell'Auditorium, zuppi di sudore, privi di voce, ma incredibilmente felici, siamo tutti consapevoli di aver assistito ad uno spettacolo non semplice da replicare: i Toto sono una delle poche band in grado di mescolare con efficacia tecnica ed immediatezza, perizia ed emozione, regalando canzoni difficile da catalogare, per la moltitudine di influenze che abbracciano. Avevamo qualche timore, all'inizio, sullo stato di forma di una band comunque in giro da decenni.. Ebbene, i dubbi sono stati ampiamente spazzati via: quello di stasera è stato un concerto splendido, incredibilmente emozionante e che sono più che felice di aver potuto ammirare, per quanto mi sarebbe piaciuto ascoltare anche I'll Be over You, Hydra e Angela. Le aspettative, dunque, non erano al massimo, ma ora lo sono sicuramente, per il futuro: questi signori sembrano non volerne sapere di fermarsi e paiono avere ancora parecchie cose da dire. E, di questo, non posso che esser loro grato."
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