The 1975 @ Rock In Roma – Roma 2016

Cliente: The Base

The 1975, 13 luglio 2016

Rock In Roma si fa British con The 1975

Sul palco più grande di Rock In Roma ad esibirsi ci sono i The 1975, una band inglese tutta originale. Un sound nuovo, mai ascoltato prima in occasione di questa rassegna, accompagnato dai The Kolors in apertura.

"Ai 1975 l’onore del palco principale all’Ippodromo Capannelle, quello per gli headliner più attesi. D’altronde i loro successo parla più che chiaro: nell’onda del pop-rock dal sapore anni Ottanta, la band inglese ha conquistato un posto al sole. Il concerto rispecchia almeno parzialmente questo merito: parzialmente, ecco perché. Ad aprire il live un gruppo che non ti aspetteresti accoppiato a loro e che riesce, ad un orario infame, a scaldare le numerose ragazze delle prime file. Non che manchi la compagine maschile, ma i The Kolors, capitanati da Stash e irrimediabilmente legati ad Amici, tendono ad attirare più le fanciulle. Il loro set è onesto, ricco di loop e preregistrazioni, ma va riconosciuto al batterista di non risparmiare i pestoni sui tamburi e a Stash un discreto piglio. 

Durante il cambio palco non ci si annoia: le prime file dei fedelissimi accennano le canzoni dei 1975 per incitarli a venire fuori e dare spettacolo. Serve però una buona mezz’ora e una base ipnotica di loop elettronici per averli sul palco in un tripudio di urli al cielo. Sui maxischermi appaiono i segnali di videofrequenza disturbata ed è subito Love Me, pezzo orecchiabile in maniera irresistibile. Il frontman Matt Healy non lesina mossette e ballettiche fanno alzare le grida delle fan, e procede spedito e dinoccolato nella scaletta. UGH! ha una buona resa dal vivo, e su Heart Out è il momento di lasciare spazio ad un breve assolo di sassofono. La sensazione è quella di un compito preparato e ben eseguito, con qualche sprazzo di spontaneità: i cinque inglesi sanno cosa fare e come farlo, senza troppi guizzi di fantasia e improvvisazione. Sono sul palco da padroni, va detto. “Ladies and gentlemen, we are the 1975” struscia Matt nel microfono, ricevendo in cambio gli applausi come da copione. La sensazione è questa: sono bravi, conoscono le dinamiche e le sfruttano a loro piacimento.  D’altronde in poco tempo e con due dischi a stretto giro di pubblicazione la band britannica si è conquistata un posto non solo nelle classifiche, ma anche (e soprattutto) nel cuore del pubblico. Il merito sta nella miscela furbetta ma sapiente di synthpop e chitarre, condita da un frontman che sa come fare spettacolo, senza calcare troppo la mano, e soprattutto da canzoni con strutture melodiche in grado di entrare facilmente in testa. It’s Alright (So Far) ne è la riprova: il ritornello e il riff sono perfetti da imparare a memoria, si fanno ballare morbidamente e non deluderebbero nemmeno il critico più severo, perché sono tendenzialmente dei pezzi innocenti e puliti.

Il pubblico è preso, partecipe, si diverte e si vede – anche se sono tutti piuttosto statici sul palco, ad esclusione del cantante. Il set scivola lentamente verso una doppietta di brani più tranquilli – prima di ricominciare con i sussulti elettrici di Loving Someone. Chel’amore è l’argomento principale di conversazione tra The 1975 e i loro fan si è visto e sentito: «È lo show più grande che abbiamo fatto in Italia, grazie», dice Matt ad un pubblico in delirio. «Questa canzone è su di me» prosegue il frontman tra gli strilli sempre più alti, e introduce con genuina spocchia proprio Me, ipnotica ballata dedicata a se stesso e in generale al non perdere mai la bussola, seguita da un’acclamatissimaFallingforyou dall’atmosfera morbida e avvolgente. Di fronte all’oggettività dei fatti, ovvero che i The 1975 hanno aperto una breccia tutta per loro nel cuore di adolescenti e ventenni, è anche vero che tendono a riproporre le stesse formule e suoni plastici nei pezzi, che creano atmosfera ma ad un certo punto possono stancare. Il talento c’è, le capacità di stare sul palco pure: ci vuole un po’ più di empatia e carnalità per spiccare definitivamente il volo."

Arianna Galati per www.onstageweb.com

 

Foto di 

Roberto Panucci per www.onstageweb.com


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