Sigur Ros @ Rock in Roma 2013

Cliente: THE BASE

28 Luglio 2013

Sigur Ros e Roma è pronta ad emozionarsi. Quando calano le tenebre sul palco e i Sigur Ros fanno il loro ingresso accompagnati da urla e applausi esordendo con Yfirbord, tratta da Kveikur. Sui teleschermi vengono proiettate figure astratte fluttuanti tra luci e ombre verde smeraldo simili all’aurora boreale che dipinge i cieli islandesi.

Quasi continuando la prima canzone segue Brennisteinn dallo stesso album. Suonano una breve intro e si respira l’aria di Takk: è il turno di Glosoli. Il pubblico ascolta estasiato mentre alle spalle del gruppo si vedono bambini che giocano e panorami bucolici con le lampadine che si illuminano come lucciole tra le spighe di grano. Il  sublime finale in crescendo è da togliere il fiato. Dopo i fortissimi applausi Jonsi si posiziona appresta ad eseguire Vaka e il tempo sembra fermarsi. La gente osserva attonita  le suggestive immagini in rosso dei bambini del video apocalitticoche  fa venire la pelle d’oca.

Si torna ai suoni di Kveikur con Isjaki, uno dei pezzi più riusciti. Di grande effetto anche le immagini degli alpinisti tra i ghiacciai con luci bianche e celesti: altri chiari rimandi all’Islanda. Di nuovo tutto buio. Si sentono in background il suono di un carillon che anticipa una bellissima Saeglopur con le immagini della bambina che nuota del video. Terminati gli applausi si sentono echeggiare delle voci da lontano: è il coro di Olsen Olsen. Si illuminano ancora le lampadine; stavolta sono i tizzoni ardenti di una foresta in fiamme che termina nell’incendiare la folla, abbagliata dai riflettori. Raccolti gli applausi, i Sigur Ros eseguono ancora un pezzo tratto da Kevikur, Hrafntinna.

Dopo una breve introduzione di fiati si riconosce Varuo (Valtari). Memorabile il coro illuminato con un’aurea bronzea. Sui teleschermi compaiono montagne dove si illuminano lanterne. Brano molto suggestivo che esplode in un altro finale da brividi illuminato da laser blu. Jonsi ringrazia, è tempo per un altro capolavoro. Hoppipolla e i Sigur Ros fanno sognare un pubblico ipnotizzato da un insolito senso di empatia. Il brano dall’ormai celebre melodia culmina in un coloratissimo finale sotto scroscianti applausi. Dopo assistiamo alla title track, Kveikur in uno scenario infernale. Si nota la differenza tra l’aggressività più rock dell’ultimo album dagli altri precedenti lavori.

Jonsi lascia tutti a bocca aperta eseguendo una nota interminabile. Subito i Sigur ricominciano con Festival(Með suð í eyrum við spilum endalaust) che termina con un rumore di risonanza col quale il gruppo abbandona il palco. La folla chiama e i Sigur Ros tornano agli strumenti. Da un ronzio di fondo si sente quella nota lontana e squillante caratteristica di Svefn-g-englar, magnifico brano tratto da Agaetis Byrjun. Jonsi incanta la folla con il suo archetto che genera un suono pieno e tagliente. Gli islandesi chiudono il concerto con la lunga Popplagio. Sigur Ros abbandonano il palco, ma tornano subito per inchinarsi davanti al pubblico.  - powered by Kick Agency -