Prodigy @ Rock In Roma 2014

Cliente: The Base

21 Giugno 2014

(fonte www.romaintheclub.com di Messer Manue foto di Luigi Orru, Messer Manue, Roberto Panucci+ vari)
Die Antwoord e Prodigy: notte di terremoto a Rock In Roma! A quasi dodici mesi di distanza ecco che torniamo a Rock In Roma, davanti ad un palco allestito in una cornice assai diversa da quella degli anni precedenti e delimitato da grandi led colorati in sintonia con il contenuto musicale della serata.

I primi a salire sul palco sono i Die Antwoord, giunti in Italia per il tour del loro ultimo album “Donker Mag”. Dopo l’ormai collaudata intro di DJ Hi-Tek, i sudafricani partono in quarta con “Fok Julle Naaiers”, brano che viene riconosciuto dall’incontenibile folla sottostante intenta a sbracciarsi a ritmo di quell’amalgama tra electro e rap. Ninja e Yo-Landi Vi$$er sono scalmanati, corrono da una parte all’altra infiammando lo spirito di tutti i presenti, mentre alle loro spalle due ballerine si esibiscono in una performance altrettanto movimentata. Seppur le basi che accompagnano i testi non presentano una struttura compositiva assai complessa ed originale, l’unico obiettivo di chi è sotto cassa è ballare, ballare e ancora ballare e su questo i Die Antwoord ne hanno la completa padronanza. Così, il trio di Città del Capo crea scompiglio dall’inizio alla fine del concerto, riempendo Roma con i tanti “Fuck” delle loro canzoni ma anche di quell’ottimo fomento che non fa mai male.

La lunghissima attesa durante il cambio palco viene largamente ripagata dall’ingresso dei Prodigy che calano subito il primo asso nella manica “Breathe”. Che gli anni siano passati per Keith Flint è abbastanza evidente, ma, nonostante il cantante appaia assai appesantito, ciò non ha intorpidito i suoi sensi. Maxim Reality, invece, rimane un vero e proprio animale da palcoscenico capace di coinvolgere il pubblico romano per tutta l’esibizione. Il cuore e le gambe degli accorsi all’evento si muovono a ritmo dei grandi successi dei Prodigy, da “Voodoo People” a “Omen”, passando poi a “Poison”, “Firestarter”, “Invaders Must Die” e “Smack My Bitch Up”. In scaletta i Prodigy eseguono anche pezzi più recenti che compileranno il prossimo “How To Steal A Jetfighter” come “Awol” e “Rockweiler”. Da sottolineare anche l’encore con “Take Me To The Hospital”, “Their Law” e la G-Force Part 2 di “Hyperspeed”.

Prodigy: vent’anni di carriera e ancora pieni di quell’inarrestabile vigore musicale che unisce il rock all’elettronica. Un’eccezionale droga di cassa, sintetizzatori e chitarre per un vero e proprio “rave” legalizzato a pochi chilometri dal Grande Raccordo Anulare. Prodigy: violenti, taglienti, distruttivi ma per questo unici. - powered by Kick Agency -