Omar Sosa & Yilian Canizares @ Auditorium Parco della Musica Roma 2016


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Omar Sosa e Yilian Cañizares sono entrambi cubani, ma è anche vero che sono due giramondo, nella cui musica si riflette una quantità di esperienze diverse.

Roma, 23 Novembre 2016

Omar Sosa: pianoforte, fender rhodes, tastiere. Yilian Cañizares: violino, voce.

Cuba, ma non solo. Perchè è vero che Omar Sosa e Yilian Cañizares sono entrambi cubani, ma è anche vero che nella loro musica, si riflette una immensa quantità di esperienze.

Omar Sosa ha studiato pianoforte jazz alla prestigiosa Escuela Nacional de Musica dell’Avana, vive in Ecuador, negli Stati Uniti e in Spagna.

È capace di incorporare nella sua tastiera la tradizione cubana, la world music, la musica classica, i rituali della santeria, persino il rap e l’hip-hop.

Yilian Cañizares è cantante e violinista: nata a L’Avana, ha studiato in Venezuela e vive in Svizzera. Oltre al jazz e alla musica classica, il suo stile dimostra un profondo interesse per le sue radici africane.

Da un incontro del genere, ci si deve aspettare una musica lontana da tutti i sentieri prevedibili.

 

Il Roma Jazz Festival 2016 si è chiuso Mercoledì 23 Novembre con un concerto di quelli che lasciano senza parole.

Si ha anche un po’ timore di scrivere, per paura di tradirne la magia.

Omar Sosa e Yilian Cañizares hanno incantato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica.

Entrambi con le radici ben piantate a Cuba e rami, fiori, foglie che abbracciano il mondo, hanno reso il tempo dell’ascolto un viaggio nell’anima profonda di innumerevoli musiche e culture.

Omar Sosa al piano, fender rhodes e alle tastiere, una sorprendente Yilian Cañizares che gli tiene testa alla voce e al violino, il loro sembra quasi essere un passaggio simbolico dalla vecchia alla nuova generazione della musica cubana.

Yilian Cañizares canta sia in spagnolo che in francese. Tra i pezzi più intensi un omaggio a Cuba e alla nostalgia che si prova quando vi si sta lontani, De l’Avana y otras nostalgias e un pezzo dedicato a Ochùn, divinità legata alla religione yoruba che a Cuba rappresenta la protettrice dell’amore, della donna e anche dei violinisti, dice Yilian Cañizares.

Non solo due grandi musicisti, due pifferai magici.

Omar Sosa vestito di bianco sembra una figura divina, suona anche più strumenti contemporaneamente. Poi si alza, scherza col pubblico, omaggia più volte Yilian Cañizares fino ad invitarla a ballare.

Il passaggio che la musica fa è dalla sua anima al corpo, solo dopo arriva alla testa e alle mani che suonano il piano. Ma nel corpo, è lì che riempie tutti noi, incantati ad ascoltare.

Dal cubano al jazz, poi la musica classica e il rap con una vena afro. Un concerto di una bellezza disarmante che si chiude con El Churrero, un pezzo cubano.

Il tempo sembra volare e noi con lui, un viaggio da cui non si tornerebbe mai, di cui si sarà sempre riconoscenti.

Si ringraziano le fonti:

Fabrizio Giammarco per ocanerarock.com 

Paola Varricchio per sound36.com 


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