Caparezza @ Rock In Roma 2014

Cliente: The Base

22 Luglio 2014

(fonte www.rockam.it di Francesco Di Giugno,  foto di Ernesto Notarantonio + vari)

"Ce lo possiamo permettere"

Non c’è niente da fare, Caparezza è uno dei migliori artisti italiani degli ultimi anni e i suoi concerti sono tra i più suggestivi, coinvolgenti e colorati che ci possano essere. Ed economici anche, va detto, perché i prezzi sono davvero accessibili a tutti ed in un periodo in cui molte cose sono per pochi fortunati eletti, questa fortunatamente è una di quelle che ci possiamo permettere! Tutto questo è stato confermato la sera del 22 Luglio, altra serata insolita di questo insolito Luglio, ancora al Rock in Roma, ancora a prezzi popolari.

Che Caparezza fosse di casa a Capannelle lo sanno tutti ma solo chi assiduamente assiste ai suoi spettacoli sa che nessuno è uguale all’altro e, anzi, ogni volta pare sia sempre migliore. Cosa che è uscita proprio a fine concerto, quando dal pubblico si sente: “Come fai ogni anno a non venirlo a sentire? Ci puoi pure provare a dire <<vabbè, il prossimo concerto non ci vengo, bastano quelli che ho visto finora>> ma tanto alla fine non resisti e ci torni uguale, e meno male!”. Forse perché Caparezza è come i vini migliori, “invecchiando”, si arricchisce di nuove sfumature, nuovi sentori. Invecchiato è un parolone, visto che per tutta la sera non ha fatto altro che correre, saltare e dimenarsi! Ed è una gioia vedere come ai suoi concerti ci sia sempre un numero impressionante di bambini, genitori, e ragazzi di tutte le età. Come dire che Caparezza piace davvero a tutti!

Ma andiamo con ordine. Ad aprire la serata ci pensano prima i romani Kutso, poi i pugliesi Apres La Classe, due band che per trascinare le folle la sanno davvero lunga. Il vero mattatore della serata è però il conterraneo dei secondi, Caparezza, quello che per dirla con parole sue viene dalla terra di Banfi. Sale sul palco intorno alle 22, non prima di aver fatto ascoltare all’arena stracolma la classica voce che nei teatri annuncia l’avvio dello spettacolo: “Museica aprirà tra pochi minuti”, recita; poi inizia con una sequela di frasi una dietro all’altra: da “stop al televoto” a “ritirare il prodotto ed eventuale resto”, da “il Signor Album Museica è atteso agli imbarchi” a “e forse chiuderà per mancanza di fondi” e tante, tante altre prima di far partire il conto alla rovescia che dà inizio allo show!

Accompagnati da un vero e proprio boato e vestiti con dei costumi che ricordano le carte di Alice nel Paese delle Meraviglie, i musicisti salgono sul palco e subito dopo di loro una matrioska versione extra large con la faccia di Caparezza, dalla quale esce lui gridando <>.

La scenografia usata prende spunto direttamente dalla copertina dell’album, così come i travestimenti della band e le varie rappresentazioni di cartapesta che vengono portate di volta in volta sul palco. Anche le immagini, proiettate sul ledwall alle spalle dei musicisti, hanno un ruolo di primo piano nello spettacolo ed accompagnano le canzoni che vengono eseguite dopo opportune e divertentissime presentazioni. Ecco quindi che per introdurre “Dalla parte del toro”, secondo brano della serata e pezzo amatissimo da tutti, sul megaschermo appare il Guernica di Picasso con Michele che ne parla facendo riferimento a Gaza, definendolo un quadro antitotalitarista…, forse un po’ scontato ma come dargli torto! Poi Caparezza fa entrare uno degli animali raffigurati da Picasso nella sua opera e chi poteva essere se non il toro, appunto? Mai presentazione poteva essere più azzeccata! Infatti la risposta del pubblico è di quelle da far tremare l’Ippodromo: nessuno, e dico nessuno, resta fermo! Neanche una mamma e i bambini che mi stavano vicino.

E’ chiaro già dalle prime battute che il concerto di Caparezza avrà una connotazione decisamente circense. Sul palco si alternano infatti Van Gogh con i suoi girasoli, santoni indiani (lui stesso vestito così per il brano “Sfogati”), sagome di cartone di donne e uomini anni ’60 e di Lambrette Innocenti, un totem e un santone fricchettone del deserto (questa volta rappresentato dal suo storico collaboratore Diego Perrone) per “Cover” e davvero tanti, tanti altri. Proprio insieme alla seconda voce, inoltre, quasi in ogni brano Caparezza impronta una serie di gag esilaranti. Ecco quindi che per “La mia parte intollerante” Diego si presenta vestito da centurione con in mano una matita gigante mentre Caparezza, fingendo di usarlo come modello, butta dei colori a caso su una tela realizzando un quadro da lui definito “ciofeca” che regalerà a fine concerto tramite apposita estrazione di numeretto. La riffa che ne consegue viene poi utilizzata come scenetta per la presentazione dell’ultimo brano prima dei bis, naturalmente “Non me lo posso permettere”, proprio come nel video del brano.

Difficile dire quali siano stati i momenti migliori dello show. “Legalize the premier”, in cui Caparezza racconta di una telefonata con Napolitano che gli chiede una canzone da usare come inno italiano (da poter ascoltare non con l’mp3 ma col grammofono); quello insieme ai ragazzi delle teste di Modigliani, di cui racconta la storia sconosciuta a moltissimi prima di questa sera, per “Teste di Modì”; quello dedicato a “Non siete stato voi” per il quale viene portata sul palco una tastiera camuffata da pianoforte dalla forma di gigantesco libro che rappresenta la Costituzione Italiana, aperta alla fine del brano come se fosse davvero un pianoforte; la successiva “China Town” per la quale un fiume di mani alzate insieme accompagna l’esecuzione che termina con Caparezza che prende una gigantesca penna di cartapesta e scrive nell’aria il titolo del brano che contemporaneamente compare sul megaschermo alle sue spalle; “Goodbye Malinconia”, annunciata parlando di Leonardo che avrebbe ideato le sue invenzioni tutte per poter andare via e passando al pubblico, definito come il “futuro migliore”, un enorme cervello, anch’esso di cartapesta, che inizia a girare per tutta l’arena e metaforicamente ad allontanarsi. Naturalmente non mancano all’appello pezzi come “Vengo dalla luna”, “Vieni a ballare in Puglia”, “Non me lo posso permettere” e “La fine di Gaia”, il brano finale di questo lungo ed entusiasmante spettacolo.

Verso la fine Caparezza dedica un momento per ringraziare tutti, ma davvero tutti quelli che hanno permesso lo spettacolo. Molti artisti sono soliti farlo ma lui è uno dei pochi che lo fa con dovizia di particolari, non dimenticando neanche una delle persone che lo accompagnano nel tour: musicisti, organizzatori, tecnici, ospiti, Domenico Dell’Osso che ha curato la scenografia di Museica, Roberto Tafuro che ha ideato le immagini dei megaschermi, fino ai ragazzi che guidano camion e tour bus, invitati a salire sul palco per ricevere un ringraziamento da parte del pubblico. Poi il ringraziamento e l’applauso Caparezza lo rivolge a tutti noi presenti ed esce portando le braccia in alto come in segno di vittoria! In fin dei conti quella a cui abbiamo assistito è stata davvero la sua ennesima vittoria. Ogni colpo da parte sua è un centro, provare per credere. Grazie Caparezza, alla prossima!- powered by Kick Agency -