Brian May & Kerry Ellis @ Auditorium Parco Della Musica – Roma 2016

Cliente: The Base

Brian May & Kerry Ellis, 28 febbraio 2016

Grandi emozioni per il ritorno del duo Brian May & Kerry Ellis in Italia

Il chitarrista dei Queen si è rimesso nuovamente all'opera con Kerry Ellis per un nuovo tour, che vede i due artisti impegnati in ben sei date italiane, concentrate tutte nel mese di febbraio. Ancona, Padova, Firenze, Milano, Mantova e Roma sono state le città italiane che hanno avuto la fortuna di assistere al ritorno del grande Brian May !
In quel di Roma, il grande evento si è tenuto all'Auditorium Parco Della Musica ed è riuscito a regalare agli appassionati dei Queen, di Brian e della musica rock in generale un'emozione unica.

"Una scenografia scarna di elementi, tesa all’intimismo. Alle 21:15 le luci in sala vengono abbassate, segnale che lo spettacolo stia per cominciare. Sullo schermo al centro del palco viene proiettato un curioso video di animazione in stile manga, con musiche ed immagini ispirate a “Flash” dei Queen. Salgono sul palco Brian May e Kerry Ellis. Il pubblico si esalta. L’emozione di avere a pochi metri il chitarrista di una tra le più grandi formazioni che la storia del rock abbia prodotto è un brivido che scorre in tutti i presenti. Si accomodano sugli sgabelli al centro del palcoscenico, con loro solo la chitarra acustica che imbraccia Brian May. Il brano d’apertura è “I (who have nothing)” di Ben E. King, originariamente scritto da Mogol con il titolo “Uno dei tanti”. Per omaggiare entrambe le canzoni, ed il pubblico presente, l’ottima Kerry Ellis si esibisce anche in una strofa in italiano. In italiano Brian May e Kerry Ellis si presentano, salutano e ringraziano Roma. La platea reagisce in maniera fantastica. Ogni volta che Brian May parla fa silenzio per ascoltare, non appena il chitarrista termina la frase esplode in un boato di approvazione. Il brano seguente, introdotto da Kerry Ellis, è “Butterfly”. Il timbro vocale pulito e caldo, rilassa e coinvolge. La resa dei due soli strumenti in scena, chitarra e voce, conquista. Il minimalismo degli arrangiamenti riduce allo scheletro la forma canzone, eppure quello che rimane risplende. A fine brano Brian May chiama sul palco la “favolosa orchestra” che accompagnerà il resto dello spettacolo. 

Funzionale la gestione dei momenti dello spettacolo in un alternarsi di allegria, impegno ambientale e commozione. Kerry Ellis introduce “Born Free”, canzone tratta dal film del 1966, spiegando che con Brian May condivide l’amore per gli animali, un tema importante e caldamente proposto all’interno di tutta la serata. Quindi è Brian May a cambiare passo, chiedendo timidamente se sia possibile eseguire una canzone dei Queen. Prende la dodici corde e chiede alla platea di accompagnare l’esecuzione col canto. Chitarra, piano e voce danno vita ad una meravigliosa versione di “Somebody to love” dove il pubblico stupisce anche il celebre artista per la qualità del coro. La presenza di Freddie Mercury è tangibile. Si percepisce chiaramente il legame ancora forte tra i due, ed ogni volta che Brian May accenna a Freddie, un velo di commozione gli si posa sul viso. Al cantante scomparso viene dedicata “Life is real”, con un lungo applauso scatenato da una foto proiettata sullo schermo. Ma l’apice si raggiunge durante l’esecuzione di “Love of my life”. L’emozione crescente deflagra con le prime note del brano, il dono condiviso scardina il cuore anche dei più restii.

Al termine non è solo il pubblico a commuoversi, un lungo lunghissimo applauso sorprende il rocker inglese con qualche lacrima improvvisa. Dura poco perché il chitarrista, con esperienza, supera il momento attraverso l’allegra “39” dei Queen. L’attacco è imposto e l’effetto immediato. Tutta la sala si lascia trascinare e, a tempo, accompagna con il battere delle mani. È gioia pura, che sia tale lo dimostrano i bambini presenti. Ballano su “Bye Bye Love” e su “Roll with you”, l’ultimo brano prodotto dal duo. Il ritmo coinvolge ma c’è una cosa che a tutti piace fare, qualsiasi età si abbia: battere le mani su “We will rock you”. Avviene nel finale dello spettacolo trasformandolo in un concerto rock a tutti gli effetti. "

Giorgio Collini per www.rockol.it

Foto di

Massimo Barsoum per www.rockol.it


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