Blur @ Rock in Roma 2013

Cliente: THE BASE

29 Luglio 2013

Damon Albarn dei Blur di salti stasera ne ha fatti parecchi, se n’è andato in giro con gli occhiali da sole, è sceso dal palco per stringere un’infinità di mani, per farsi issare dal fido bodyguard sulla transenna e per cantare con e sul pubblico, ha inondato le prime file con l’acqua di tante bottigliette e ha ceduto all’afa romana togliendosi quel giubbotto jeans e mostrando una polo già impregnata di sudore. Blur, un’innocenza dimenticata e riscoperta solo da qualche anno, per una ennesima, nuova vita. Capannelle, Blur sono entrati in scena, accompagnati dalle note di ‘Theme for Retro’, con tanto di pronte scuse proferite da Damon che parlava di noie all’impianto audio.

Eccola di nuovo lì, quella sensazione, urlando a squarciagola quei brani come ‘There’s No Other Way’ e ‘Beetlebum’ – su quest’ultima cosa non è stata la chitarra di Graham? Così sporca, ruvida, incisiva! Damon lì, a saltare e pur voglioso di scandagliare anche i sentimenti con una delicata ‘Out of Time’ e una striscia strepitosa ‘Trimm Trabb’ – ‘Caramel’ – ‘Coffee & Tv’ – ‘Tender’, sfaccettature rispettivamente più ruvide, psych/sperimentali, catchy e ‘tenere’ di quel ’13’ !

‘To The End’ a seguire non può che aver spedito tutti nell’alto dei cieli, prima di una comunione inevitabile tra pubblico e band su ‘Country House’. Bastava guardare il palco dei Blur per rendersi conto che quei quattro lì ridevano, anche Graham, più in forma dell’anno scorso, e  pur quando non ride cosa si può dirgli se ciò che ha da dire lo tira fuori da quelle sei corde o perfino quando canta la sua ‘Coffee & Tv’? Alex James, poi, il sorriso ce l’ha tatuato e ricorderò anche quel suo ‘Attenti!’ di saluto alla folla. Su ‘Parklife’, con Damon in occhiali da sole, una splendido splendido sorriso d’intesa tra lui e Dave, come un gesto tra due vecchi amici che si divertono ancora, eccola anche sui loro volti quella idea di felicità ingenua.

Il bis, preceduto dall’”invito” di Damon al party successivo al concerto, ovviamente non rivelando il luogo e introdotto da un accenno di ‘Intermission’ al piano, fa realizzare ancora che gran brano sia ‘Under The Westway’, pieno di pathos, autentico. Blur è un polverone mai così bello, a squarciare ciò che rimaneva delle corde vocali con il più celebre “Wooo-hooo!” di sempre, al termine di una selvaggia, liberatoria, purificante ‘Song 2’ sporchi, sudati e pieni di una gioia che non si può spiegare.  - powered by Kick Agency -