Afterhours @ Rock In Roma – Roma 2016

Cliente: The Base

Afterhours, 19 agosto 2016

Rock In Roma continua con gli energici Afterhours

In tour per promuovere il loro undicesimo album, Folfiri o Folfox, uscito lo scorso giugno, gli Afterhours hanno fatto capolino anche a Rock In Roma. Manuel Agnelli ed i suoi compagni d'avventura si sono esibiti sul White Stage martedì, 19 luglio 2016, per una immancabile data.

"Il ritorno degli Afterhours sul palco era uno dei più attesi d questa estate italiana. Reduci dalla recentissima pubblicazione di “Folfiri o Folfox”, un disco incentrato sulle chiusure di cerchi e che ci permette di aprirne degli altri, Manuel Agnelli e compagni scelgono il Market Sound di Milano per proporre dal vivo le trame strumentali di brani ricchi, corposi, travolgenti, significativi. L’apertura del concerto è subito impattante: Manuel entra sul palco da solo con una bellissima versione acustica di Grande, un grido di dolore struggente e squarciato ma anche un riscatto, interpretato con una voce che va oltre le aspettative. Sulle note di Ti cambia il sapore la band fa il suo ingresso in scena, il suono comincia a stratificarsi facendosi subito aggressivo e dirompente.

Convince la scelta degli Afterhours di dare inizialmente spazio alle canzoni del loro ultimo disco, le canzoni sono mini trattati scritti in versione poetica: si disquisisce sulla morte e sulla vita, sulla malattia e sulla cura, sulle domande senza risposta, sull’egoismo che ci fa sopravvivere, sulla rabbia e sulla felicità senza mai rinunciare alla potente carica delle suggestioni strumentali. Bravissimi i nuovi innesti Stefano Pilia (chitarra) eFabio Rondanini (batteria) perfetta l’intesa con gli eccellenti Roberto Dell’Era, Rodrigo D’Erasmo e Xabier Iriondo. In scaletta troviamo Il mio popolo si fa e Non voglio ritrovare il tuo nome, e poi, ancora, Né pani né pesci, Cetuximab, l’intensa L’odore della giacca di mio padre, Fra i non viventi vivremo noi e la particolare versione di Se io fossi il giudice; scelte, queste ultime, che testimoniano in maniera tangibile l’inviabile status della band.  Ampio spazio dedicato anche alle irrinunciabili hits di repertorio come la potente Male di miele, Costruire per distruggere Riprendere Berlino, Le verità che ricordavo, Padania, Strategie, Pop (una canzone pop), acustica e cantata da tutti, tirata fuori a oltre vent’anni dalla sua pubblicazione.

Poche parole e tanta energia sul palco per gli Afterhours che, per il gran finale scelgono Quello che non c’è, Bianca e la catartica Bye Bye Bombay, cantata con enfatica compartecipazione da parte del pubblico entusiasta. C’è un ritorno ad una comunicazione più scoperta, più aperta, una messa a nudo che rende il concerto della rock band un’esperienza più diretta, impattante, calda ma soprattutto terapeutica."

Raffaele Sbrescia per www.ritrattidinote.it

Foto di
Roberto Panucci per www.onstageweb.com


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